“Dolcissima Croce! Come non ti cercherò, non t’amerò fedelmente? Ovunque ti incontri, in te riconoscerò lo strumento più grande della mia redenzione e ti adorerò. Per quanto pesante e dura, sempre ricorderò che fosti assai più amara al mio Gesù che su di te pagò il prezzo della mia salvezza e che ti lasciò come segno certo di salute futura e perciò saprò sempre amarti. Ogni volta che le sofferenze di questa vita mi abbatteranno lo spirito, volgendo lo sguardo a te, ricorderò che se io sono infelice, verrà il giorno in cui, dopo averti portata sui passi del mio Salvatore, in forza del suo nome, io pure risorgerò.
Noi cristiani, adunati nel nome di questo santo segno, non ci rallegriamo e non ci gloriamo di altro che della Croce di Gesù Cristo che è lo strumento per eccellenza della nostra salvezza e il simbolo più manifesto della risurrezione che avremo in lui e per lui. Non ci sia altro vanto che nella Croce del Signore nostro Gesù Cristo.”
S.A.M.G.
Discorso fatto in Sarzana di Genova il 3 maggio 1824