Dagli Atti del processo canonico tenutosi a Chiavari sui fatti del 2 luglio 1610. Così depose il giovane Sebastiano Descalzo:

Quando uscii di casa a quell’ora mi feci il segno della Santa Croce, camminando dal borgo di Rupinaro per la marina mi tornai a fare i segno della Santa Croce, dicendo il Salmo ‘Deus in nomine tuo salvum me fac et in virtute tua judica me’; vidi lontano da me dinanzi, discosto quanto un tiro di pietra, due gran lumi et in mezzo una cosa turchina vestita col suo manto, che parea una donna… feci dieci passi innanzi al mio cammino e poi mi fermai vedendo quei lumi con quelle cose turchine… io ero solito ogni giorno, alla sera o alla mattina andare a prendere il perdono alla Madonna dell’horto, e così mi avviai verso detta Madonna dell’horto, vedendo quei lumi con quella cosa turchina, ed essendomi accostato alla muraglia di detto horto vidi gli stessi lumi con quella cosa che di strada salì sopra la muraglia dove è l’immagine della Madonna e subito sparì nè vidi altra cosa”.

Nel 1493 Turchina, una donna di Chiavari aveva fatto dipingere, da Benedetto Borzone, sul muro esterno di un orto l’immagine della Madonna benedicente, con ai lati san Sebastiano e san Rocco, in ringraziamento del fatto di essere stata risparmiata della peste che allora infieriva sulla zona. Col passare del tempo l’orto divenne un deposito e un immondezzaio, ma il dipinto conservava la freschezza originale dei colori.

La devozione verso quella effige era, nonostante tutto, sempre viva. La notte del 18 dicembre 1609, una levatrice di Rupinaro, Geronima Turrio, che la sera soleva recarsi a pregare presso l’immagine sacra, si destò ad un tratto dal sonno e la Vergine, illuminata da una fulgidissima luce e con le stesse sembianze del dipinto venerato, le apparve dinanzi. A conferma di tale evento miracoloso, il 2 luglio dell’anno seguente, Maria apparve anche a Sebastiano Descalzo un giovane che andava … L’uomo vide la Madonna che aveva ai due lati due lumi come sospesi da mani invisibili, salire e scendere nell’orto per fermarsi poi davanti all’immagine che anche lui venerava, per lasciare, una volta scomparsa, un soavissimo profumo.

Cenni Storici

1493 ca. Una pia donna chiavarese, Maria de’ Guerci detta la Turchina, scampata ad una epidemia di peste, fa dipingere….

Pellegrini illustri al santuario

A Chiavari Giovanni Paolo II è venuto per «pura gratuità», ha ripetuto più volte Mons. Alberto Maria Careggio, Vescovo di questa diocesi da appena tre anni, particolarmente legato a Giovanni Paolo II da sentimenti filiali per essere stato «compagno di cordata» durante il soggiorno alpino in Valle d’Aosta fino al luglio del 1995. «Nessuna beatificazione, nessun centenario, nessuna inaugurazione ha spinto il Papa a venire tra noi — ha ripetuto più volte il Presule — ma solo l’amore per la nostra giovane Chiesa che ha appena centocinque anni di storia»