Aspettando le rondini, tra memoria storica e sfida.
Non ci consola sapere che le pandemie hanno delle somiglianze pur presentandosi a distanza di secoli: si manifestano silenziosamente, esplodono di sorpresa, si diffondono velocemente e lasciano conseguenze devastanti. Ci insegnano però che i miracoli vanno chiesti e che si possono ripetere.
Gianelli e il “Miracolo delle rondini”
Il colera faceva la sua comparsa in Genova nel luglio 1835 e si scatenarono le stesse dinamiche e strategie che oggi vediamo accendersi con il Covid.
La gente, per la paura, si spostava dalle città ai centri minori della riviera, nella speranza di fuggire dal morbo mortale, così tanti incominciano a riversarsi in Chiavari, allarmando i suoi abitanti.
E’ l’agosto 1835, Antonio Gianelli è parroco a Chiavari da quasi nove anni. Fu una grande fortuna per i Chiavaresi avere un Parroco della sua tempra, del suo coraggio, della sua fede, in una parola del suo eroismo. Si rivelò l’uomo della situazione. Gianelli non venne meno alle aspettative, e, con ogni genere di iniziative, di conforti e di fatiche cercava di soccorrere il suo popolo atterrito come fa il buon pastore, pronto a dare anche il sangue e la vita per le sue pecorelle.
In precedenza il 12 gennaio 1829 Gianelli aveva istituito una Famiglia religiosa, le Figlie di Maria SS. dell’Orto. Nel 1835, quando il colera spargeva il terrore, questo Istituto era piccolo, faceva i primi passi, aveva solo sei anni, ma Gianelli seppe entusiasmare con ardenti parole le sue Figlie, comunicando loro parte del suo coraggio.
Due figure famose, per gli innumerevoli miracoli compiuti, erano il porto sicuro della città di Chiavari da oltre due secoli: il Crocifisso di San Giovanni e la Madonna dell’Orto. Gianelli elogia il Crocifisso: “Dio ci diede quest’immagine come salvezza… E chiunque in lei con vera fede confida non perirà”... Poi propone un voto alla Madonna dell’Orto…erigere la facciata poi … ne promosse la devozione con preghiere, tridui, processioni.
Arrivò la risposta di Dio: uno stuolo di rondini attraversò il cielo reso cupo di pioggia, durante una delle processioni guidata da lui, con il Crocifisso nero. Si trattava del mese di agosto, un fuori stagione per le rondini. La gente acclamò al miracolo. Mentre i popoli intorno gemevano e tremavano decimati dal colera, Chiavari, per lo zelo di Gianelli, fu salva. Fu davvero il miracolo della “Grande confidenza in Dio”.
Aspettando le rondini … dalla pandemia verso il futuro
Un balzo nel 2020: con la stessa forza devastante del colera, il Covid incombe non solo sull’Europa ma sul mondo. Aggressivo, silenzioso, velocissimo, aggredisce l’uomo, uccide soffocando senza pietà, la scienza si affanna alla ricerca di un efficace intervento terapeutico.
Come ogni contagio condanna alla solitudine, stravolge i rapporti sociali, isola gli uni dagli altri, paralizza ogni attività.
Ancora oggi il Gianelli ci suggerisce di fare della Pandemia un’opportunità.
Le città sono vuote, il mondo sembra deserto, sembrano imporsi l’isolamento e la sfiducia, ma l’uomo ha ancora più bisogno di cura, di delicatezza, di ascolto, delle relazioni amorevoli che gli sono state strappate.
Con il distanziamento imposto, abbiamo modificato tutte le nostre abitudini, anche le più tenere e calde come gli abbracci, ma nessuno può vivere a lungo senza carezze, emerge una nuova domanda di tenerezza, di attenzione.
Di fronte ai pericoli mortali non ci si salva da soli, ci salvano solo la maggiore solidarietà, il gioco di squadra. L’uomo non può vivere senza gli altri.
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